“emmeppitrè” (riproduzione casuale)


“aaaaaaaaaaaaah! c’est la vie!” (Emerson, Lake and Palmer)
il mio fegato mi chiede aiuto. anzi no, implora pietà.
non mi ubriaco tutte le sere, e sto rientrando nell’ottica che la birra è un piacere tanto fugace quanto occasionale.
questo soprattutto se sei obbligato a berla da solo.

oh, questa si che è bella, anzi no, forse quella che in questi giorni preferisco di piu.
…di una positività e di una semplicità esasperante…
i’don’t care if monday’s blue
tuesday’s gray and wednesday too
thursday I don’t care ‘bout you
it’s friday, I’m in love!”
…di una positività e di una semplicità esasperante…

la mente viaggia, per motivi tutti suoi.
oggi torna la tristezza per quello che era un bambino, una volta piu grande di me.
ma intanto è friday, i’m in love, e quindi non ci pensiamo.
che poi tra l’altro non è venerdì…è solo un altra dannata e fottutissima domenica.

questa invece no, mi parla d’estate.(Dread is the controller) non ho idea di che cazzo possa dire, ma va bene lo stesso.
è l’estate delle notti sveglio ad ascoltare musica reggae, l’estate dei video di Stefano Rosso su youtube e della tranquillità piu totale, nonostante i santi e santissimi del signor Giovanni Verga, (comunque non male, per un giovane esordiente…)
l’estate del vento d’estate.

CCCP: “mi ami”.
passo volentieri al prossimo giro.

altro giro di birra.

Kula Shaker.
ciò che rimane di un’amicizia fugace: un gran bel gruppo inglese in una cartella di un desktop tutto da formattare.
un po’ mi dispiace per la mia amica Valentina, protagonista di molte delle avventure di “Valentina va in città”…
ma come si dice…c’est la vie, o per dirlo come lo direbbero i kula shaker “it’s gonna happen again”

John Parish & Polly Jean Harvey, City of No Sun.
devo capire perchè a mio cugino marco piace così tanto, così non passo avanti.
minuto zero e quarantasei secondi.
è veramente troppo, ma continuo.
la canzone finisce, ma i miei interrogativi rimangono invariati.

altro sorso. questa estrella galicia fa veramente schifo.

“there’s so much to do, my pretty one!”
le buonanime dei Julie’s Haircut.
Cazzo, quelli si che erano bei tempi.
era l’ormai lontano 2006, forse Francesco si stava diplomando. mi passa il disco su uno dei primi lettori mp3 da 256mb, ci va poco e bisogna scegliere bene:
julie’s haircut, “Dove ho messo il gel” di Bugo, “SOCIALISMO TASCABILE” degli Offlaga Disco Pax, forse uno dei migliori e sottovalutati esordi italiani degli ultimi dieci anni.

“Se nun te scerri mai delle radici ca tieni, rispetta pure quiddi de li paesi luntani”.
questa ce l’ho da un pezzo, ma mi parla delle fantastiche giornate d’estate nel gargano.
e ogni volta che la sento penso sempre la stessa cosa.
alla prossima notte della taranta ci vado.
come ogni concertone del primo maggio d’altra parte, e ogni volta che col buon Barbato decidiamo che il prossimo gruppo sarà quello definitivo, e ogni volta che mi sono messo a dieta.
Solo una cosa sono riuscito a fare per davvero, e mi ha portato in Spagna…

Ultimo sorso.

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