Il frigo è vuoto

Ogni sorta di normalità è andata.
tutto ciò che mi resta adesso è una casa irrimediabilmente vuota, la voglia di non fare niente, per terra qualche resto di biscotti voracemente consumati e nel lavandino piatti sporchi da lavare.
Piatti sporchi ovunque, persino in camera mia.
Impera su un cumulo di disordine un faro nella notte, impresso su una cartolina da 40 centesimi comprata in quel di Finisterre.
Il frigo. Se dovessi scegliere un oggetto simbolo del mio stato d’animo -e non solo quello attuale- sceglierei il frigo.
Lo apro, ci guardo dentro. Ci infilo la mia appendice nasale e non posso fare a meno di essere investito da una puzza che fino a una settimana fa avrei potuto definire nauseante. Sarà forse il tonno aperto da due settimane del mio coinquilino Emil…
Ma soprattutto ogni volta che lo apro, mi sembra terribilmente e schifosamente vuoto. Se ripenso a quando l’ho aperto ieri sera, mi sembrava pieno, un  supermercato in miniatura.
Mi bastava sapere che era di la per farmi vedere tutto piu pieno.
E adesso?
Sono un frigo vuoto.
Dentro qualche bene di prima necessità: una pelata e un sugo pronto, del formaggio di capra, un po’ di prosciutto e del pessimo salame spagnolo. Poi Ketchup, mostarda e maionese: tanto condimento e poco cibo. Allo stato attuale ho piu pane che companatico. Significativo, no?
Nel freezer qualche sorbetto al limone fatto in casa, un brodo vegetale di mammà e un pezzo di casatiello, FORSE degli spinaci, non ricordo.

Mi manca.
Mi manca tutto.
Mi giro e mi rigiro sul dito quest’anellino nuovo nuovo di zecca che solo l’altro ieri mi andava strettissimo. Lo giro così tanto che credo che a breve mi verrà qualche piaga, ma va bene così.