Divu Zivagou

uno sbarbatello qualche anno fa cantava: "cosa ti aspetti dal domani?"
a quello sbarbatello io rispondo:
"una emerita minchia!"

un altro anno è passato, ora siamo in doppia cifra.
un decennio iniziato male (11 settembre) è finito con un po’ di giustizia sociale, e la storia è ricominciata così, sottovoce.
è non c’è niente di dolce in tutto questo. anzi no. non c’è niente.
quattro giorni raramente costituiscono un "periodo" nella storia personale,e ancora piu raramente costituiscono un periodo storico.
e questo è il periodo del nulla.

sogni. solo sogni.
dov’è la bellezza? nel sogno.
ma cos’è la bellezza?
rigiro la domanda ad un esteta o un estetista?
forse entrambi mi sapranno rispondere, anche se in modo diverso.
e io. sono musico o musicista?

in questo momento mi sento musicomusichiere (musica, musicante!),
anche se lo sento, non è proprio il mio mestiere.
che c’è?
c’è che sono quel che suono e in questo momento non sto suonando. il che equivale a dire che piu o meno non esisto.
a parte un po’ di ossigeno in meno per tutti mentre respiro, proprio ora non sono altro che una manciata di bites. e non c’è niente di più triste.

sogni. solo sogni.
quel certo piccolo minuscolo tale, al mondo meglio ingnoto come Divu Zivagou mi guarda coi suoi occhi troppo azzurri porgendomi delle vignette dicendo che sono accordi.
ritaglia: quello è un indiano, ma lui questo non lo sa. preferisco essere d’accordo con lui che quella vignetta è un La minore.
e Tex Willer, quello è un Do maggiore. Faccio l’indiano anch’io e prendo di buon grado il La.
quel piccolo fottuto genio in fondo ha ragione. chi sono IO per dire chi o cosa è chi o cosa?
mi sorride ancora, quel piccolo fottuto genio cieco dagli occhi proprio troppo azzurri.
forse la bellezza è un bambino cieco che neanche esiste.
è un ottimo chitarrista, quel piccolo tale al mondo meglio ignoto come Divu Zivagou. Ma è anche un ottimo suonatore di fumetti.
Fumetti, elenco del telefono. è uguale.

un pittore è un pittore anche se non vende quadri.